Cos’è l’acciaio inossidabile?

In questo articolo andremo a conoscere i vari tipi di acciaio inossidabile ed i principi che ne stanno alla base. Buona lettura!

Composizione e struttura dell’acciaio inossidabile

In un precedente articolo avevamo già analizzato cosa fosse l’acciaio, spiegato le diverse composizioni possibili e descritto le applicazioni industriali.

La prima cosa da dire, abbastanza scontata, è che l’acciaio inossidabile è un tipo di acciaio che non risente del processo di ossidazione. Ciò che permette l’avvenire di tale fenomeno è la presenza di cromo (in percentuale minima dell’11%) all’interno della lega.

Il meccanismo di protezione prevede che il cromo agisca da “elemento sacrificale”, andando a reagire lungo la superficie con l’ossigeno e creando uno strato infinitesimale di ossidazione (invisibile ad occhio nudo). Tale strato ovviamente proteggerà il materiale sottostante, evitando che tutto segua il processo di ossidazione: qualora lo strato dovesse danneggiarsi, il materiale andrà subito a riformarlo nella zona in questione.

Un’altra caratteristica principale degli acciai inossidabili è la bassa percentuale di Carbonio rispetto agli acciai non inossidabili. Ciò evita che esso vada a reagire con il Cromo stesso, non permettendogli di passivarsi ed evitare quindi l’ossidazione del materiale.

Tipi di acciai inossidabili

Gli acciai inossidabili si dividono in ferritici, austenitici e martensitici, a seconda della loro struttura interna.

Gli acciai inossidabili ferritici, come dice il nome stesso, sono caratterizzati da una soluzione solida ferritica, ovvero con un reticolo cubico a corpo centrato. Le proprietà meccaniche di questi acciai sono discrete, ma non è possibile effettuare trattamenti termici per aumentarle (solitamente vengono effettuati trattamenti quali la ricristallizzazione o l’incrudimento). La loro resistenza alla corrosione, di base moderata, dipende dalla percentuale di cromo all’interno del reticolo cristallino. Contrariamente a quanto si vede sugli acciai inossidabili in genere, gli acciai inossidabili ferritici sono ferromagnetici.

Gli acciai inossidabili austenitici sono caratterizzati da struttura austenitica (reticolo cubico a facce centrate) e presenza di Nichel. La presenza di Cromo può variare dal 18% a 25%, mentre il Carbonio può arrivare fino allo 0.1%. Hanno ottima resistenza alla corrosione e buona lavorabilità. Come gli acciai ferritici, possono essere effettuati trattamenti a freddo e non termici. Non sono ferromagnetici.

Gli acciai inossidabili martensitici sono caratterizzati da un tenore di carbonio molto alto (esso può arrivare fino all’1.1%). Sono magnetici, come gli acciai inossidabili ferritici, ed hanno caratteristiche meccaniche e di lavorabilità elevate. Essi sono gli unici acciai inossidabili dei 3 che possono essere temprati. Hanno una resistenza alla corrosione non elevatissima, minore degli altri 2, a causa del reticolo cristallino che lo caratterizza, il quale spesso vede difetti che diventano punti di innesto per corrosione.

Gli acciai inossidabili austenitici sono la tipologia più nota e diffusa sul mercato. Vengono utilizzati per varie applicazioni, sia domestiche che industriali, e sono inoltre utilizzati nel campo alimentare. Sono i più costosi tra tutte le tipologie di acciai inossidabili. Gli acciai ferritici hanno invece qualità inferiore ed impieghi più ridotti, quali rivestimenti per l’edilizia, posate di bassa qualità, lavandini ecc, e chiaramente costo inferiore agli austenitici. Gli acciai martensitici, viste le loro ottime caratteristiche meccaniche, vengono utilizzati per applicazioni dove sia necessaria un’alta resistenza strutturale: tra le varie cose, sono utilizzati anche per utensileria inossidabile.

Conclusioni

L’articolo di oggi voleva dare una breve panoramica sugli acciai inossidabili. Spero sia stato di vostro gradimento. Fatemelo sapere nei commenti.

Noi ci risentiamo nel prossimo articolo

Un saluto

Luca

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